Bianca Maldini

Una volta qualcuno mi disse

Vincitore Open Call 2022

Questo progetto nasce da una ricerca personale dell’incredibile, dell’irrazionale, del flusso invisibile che determina la fascinazione per l’ancestrale. Non è sulla necessità di credere di nuovo, ma piuttosto su quella di ricordare perché si è creduto, quali dinamiche abbiano portato allo sviluppo di credenze popolari e dove risiedano le origini di esse. Un parallelo storico sottovalutato che ha lasciato ai bambini una lezione per adulti. 

La discesa in marina è quel fenomeno, sviluppatosi negli anni ‘60, che vide i paesi della Calabria montana spostare la costruzione di nuovi complessi abitativi sulla costa, con lo scopo di seguire lo sviluppo economico e sociale che cominciava a connotare il meridione come terra di turismo balneare. L’abbandono dei paesi natii, delle pietre, delle mulattiere, dei pascoli e delle montagne  è sentito da molti come momento cardine nel processo di perdita della memoria collettiva, delle credenze pagane, della spiritualità panica che prima permeavano il territorio.

“Una volta qualcuno mi disse”esplora il confine tra fantasia e realtà all’origine delle fiabe e delle credenze popolari. Durante un viaggio in Calabria ho raccolto ricordi e memorie nelle quali il sangue viene individuato come elemento potente. Il suo ruolo di indicatore pratico di vita, storia e legami assoluti lo rende capace di esercitare influenza sul libero arbitrio, sui cicli di fertilità stagionale e sulle ragioni di vita e morte. 

Riconoscere potere ad elementi naturali come l’acqua e il sangue nella cultura contadina dell’Italia meridionale era un’azione pragmatica di comprensione del circostante. La magia e chi la esercitava, gli incantesimi, le pozioni, i miracoli hanno sede in una capacità di distinzione e gerarchizzazione delle dinamiche naturali e dei flussi vitali e organici. 

Vivere in un mondo pieno di risposte appiattisce la possibilità di visione e di immaginazione. L’azione di ricerca  del fiabesco e del potere magico nel mio quotidiano vuole mostrare rispetto per le storie e le culture che stanno scomparendo nel territorio, cancellate dalla corsa alla modernizzazione, durante la quale la necessità di reale e concretezza rischia sia la perdita dell’immaginifico, che delle dinamiche di relazione con il circostante dettate da un coinvolgimento diretto.

Bio

Bianca Maldini (1993, Bologna) è un’artista multidisciplinare che lavora principalmente con la fotografia. Ha una laurea in Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva all’Isia (Urbino) e un Master in Fotografia all’Ecal (Losanna). I diversi ambiti di studio vedono il suo lavoro sempre in equilibrio fra le due discipline e han portato a una  specializzazione in campo editoriale. Il suo lavoro si basa su memoria e relazioni intime, che fungono da amplificatore per più ampie e complesse questioni sociali. Immagini d’archivio e storie legate a un passato personale hanno una notevole importanza nella sua pratica progettuale. Si concentra principalmente sui concetti di famiglia, appartenenza e legami ancestrali. Nel 2020 ha partecipato alla residenza d’archivio “Re-framing Home Movies #3” sulla rivalutazione del film di famiglia, diventando poi membro dell’associazione omonima. Nel 2021 è stata selezionata per il percorso formativo PHOTOGRAPH-ER durante il Festival di Fotografia Europea a Reggio-Emilia. Lavora come grafica, photo editor e fotografa freelance con base a Bologna.